Film del cuore

Cominciamo subito col piede giusto!

Alla domanda "Chi ti ha portato ad amare il cinema, soprattutto l'arte di fare cinema?" rispondo immediatamente: SERGIO LEONE!

La filmografia di Leone ha scandito la mia infanzia, giovinezza e l'inizio della mia maturità.

Maturità

Leone e la favola del western

Nonostante sia doveroso citare anche gli altri grandi titoli del cinema di Leone, ovvero "Per qualche dollaro in più", "C'era una volta il West" e "Giù la testa", sento di poter utilizzare questi tre titoli per dare un'organizzazione logica alla mia crescita e quella dei film di Leone. Questi tre titoli danno dimostrazione della crescente maturità del cinema del regista, per la complessità di trama, il rapporto tra pellicola e colonna sonora grazie al connubio perfetto col maestro Ennio Morricone e molto altro. Le storie di Sergio sono divenute le mie avventure favoleggianti. Ho passato la mia infanzia tra i deserti della Spagna del sud, tra un campo lunghissimo, e un primissimo piano, tra un sigaro fumato (dal mitico Clint) e un duello. Duelli da cui Leone tirava sempre fuori i momenti più epici e brillanti. Queste incredibili scene avevano l'aspetto di un rito funebre, con tanto di fiati e organi che cantano un inno di morte, terminavando sempre dopo lunghe sequenze di sguardi con una fulminea azione dei due rivali. 

 

La morte del Gangster Movie

Dopo aver concluso con "Il buono, il brutto e il cattivo", la sua triologia del dollaro, Leone da luce ad un altro trio di pellicole: la triologia del Tempo. Qua regna sovrana la nostalgia, la fine di un epoca, una rivoluzione. L'apice della triologia è ovviamente "C'era una volta in America". Leone affronta finalmente il genere gangster movie, che per un periodo rimpiazzò il western come genere più in voga. La rappresentazione del mondo di Noodles (Robert de Niro) è violenta, sanguinosa e a differenza di altri film, che fanno del gangster una specie di eroe del popolo, Noodles passa come un semplice criminale, violento, un uomo infantile, che non sa come comportarsi nella società che lo circonda. Dopo i vari "Bonnie and Clyed", "Il Padrino", "Scarface", Sergio Leone segna la fine del Gangster movie come lo si conosceva allora, distruggendo il concetto del gangster robin-hoodiano.

Il rapporto con Ennio Morricone

Morricone è la più pura testimonianza del famoso "L'audio fa il 70% del film". Forse, nel caso dei film a cui ha preso, fa anche di più. Morricone oltre a lavorare con altri maestri del cinema, instaura una particolare sintonia con Leone che dà vita a uno dei connubi pellicola-colonna sonora più epici di sempre. Credo si possano contrare a decine i momenti memorabili che in ogni film sin da "Per un pugno di dollari". I vari duelli, caratterizzati da un montaggio che da lento diviene rapido, supportato da un'incredibile colonna sonora, che spesso utilizza sia suoni diegetici che non. I crescendo epici, fatti di fiati e chiatarre elettriche rendono Morricone il vero protagonista di molte scene. 

 

Bud Spencer e Terence Hill

Se Leone mi ha insegnato il cinema, Bud Spencer (Carlo Pedersoli) e Terence Hill (Mario Girotti), mi hanno insegnato a ridere da una tenera età. Credo di aver visto in modo quasi ossessivo il loro film da bambino, spinto dall'affetto che nutriva mio padre per il genere .

Bud e Terence

"Babbo metti Bud e Terence?" dev'essere una delle frasi che si sentivano più in casa durante la mia infanzia. I film li avevamo tutti, e li guardavamo continuamente. La collaborazione del duo Pedersoli Girotti nasce ben prima della carriera comica che li ha resi celebri. Infatti si incontrano quasi per caso sul set di "Dio perdona, io no" (1967). Il film di Colizzi dimostra già un efficace gestione dei personaggi che sarebbero poi stati affinati dallo Enzo Barboni (firmatosi come E.B. Clucher) in "Lo chiamavano Trinità", gioiello italiano del film comico-parodistico. Il duo funziona in modo semplicissimo: Bud è il gigante "buono", un tonto e bonaccione, quando si arrabbia non si fa problemi ad usare i cazzotti; Terence invece è la "volpe", furbo e veloce, ha il brutto vizio di cacciare il socio nei guai sin dal primo minuto del film. 

Non fraintendetemi, nonostante questa magica formula funzioni i film dopo un pò diventano un pò scoloriti e non sanno più di molto. Resta comunque il fatto che hanno regalato numero scene e battute iconiche che hanno fatto la storia del cinema comico italiano e non.

Che ne dite? Qualche altro film comico?

Come dimenticare il mitico Fantozzi (Paolo Villaggio) o Diego Abatantuono. Tra critiche sociali, drammi comici e battute demenziali, questi film fanno parte di un estesa serie di film che funzionano o meno. Ne fanno ovviamente parte anche i primi cinepanettoni e tutti film trash con attori come Jerry Calà, Lino Banfi, Massimo Boldi, De sica e molti altri. 

La maschera fantozziana

Fantozzi è stato un personaggio molto particolare. Da bambino, come tutti a quell'età ciò che mi sembrava di vedere era un impiegato di mezz'età a cui ne capitavano di ogni colore, facendomi ridere ad ogni disavventura. Con il passare degli anni, già incominciai a vedere delle sfumuture diverse, volendo anche dei punti in comune. Da ragazzino inizi a renderti conto che le stesse cose succedono anche a te. Il banale "gioco" di poteri sul posto di lavoro ne è un perfetto esempio. Villaggio è geniale nel ruolo, riuscendo a darti due stati emotivi ben specifici allo stesso tempo: divertimento e pena.

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